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martedì 17 novembre 2009

WtheWthingsR


Record positivo: 3 film belli consecutivi al cinema.
Inglorious basterds.
The Imaginarium of Doctor Parnassus.
E ultimo, ma non per importanza:
Where the Wild Things Are
Nel paese delle creature selvagge

Un film delizioso: metafora dell'infanzia.
Ammetto di non avere letto il libro di Sendak perciò non posso fare paragoni.
So che come illustratrice questo mi squalifica... ma è giusto ammettere i propri limiti, le proprie debolezze. Comunque rimedierò.
:-)
E non è proprio di debolezze che narra questo film? In parte mi pare di sì.
Narra di sentimenti, di emozioni... di conflitti. Di soluzioni.
Ho pianto molto.
Come al solito. Ultimamente non piango più solo per cani e vecchi, ma per tutto.
Ho persino pianto (mi sono trattenuta a dire il vero, perché era giorno pieno e il contesto non dei più adeguati per esternare commozione) in conclusione del settimo convegno sull'integrazione scolastica che si è svolto a Rimini. Sarò pazza.
Mi commuove il coinvolgimento... l'appartenenza. Chissà perché.

Tornando a Max, il protagonista del film, e a Carol, la creatura rabbiosa come lui, gelosa come lui, violenta come lui... che dire. Siamo noi.
Io di sicuro.
"Tu non ti controlli" è la mamma che accusa Max (e Max, poi, che accusa Carol, con le stesse parole, guarda caso) quando Max morde. A chi non capita di mordere ogni tanto?
Mordere anche chi si ama, per fasi sentire. Un morso è un abbraccio più... incisivo. Un abbraccio ancestrale.
KK, la creatura più sensibile e più completa di quel mondo, mangia Max per difenderlo dalla sua stessa rabbia. Un grande abbraccio, inglobante, che piano piano rischia di soffocarlo.
Come il troppo amore?
Non so.
Spingersi troppo in là nella decifrazione delle metafore è spesso sconveniente: viene meno la poesia.
Comunque una cosa è certa: tutte le sue emozioni, concretizzate come mostri goffi e ingombranti, rischiano spesso (e ho trattenuto il fiato in molte scene) di schiacciarlo, travolgerlo, soffocarlo, spezzarlo. Persino nell'enfasi del gioco.
Non accade, però.
Forse se fosse stato un adulto si sarebbe rotto un osso in fretta. Ma un bambino no.
L'infanzia è una stagione privilegiata, tutto sommato.

Mi procurerò il libro, lo prometto, intanto il film l'ho trovato raffinato, ricercato, fresco, moderno... e soprattutto coinvolgente.
Mi piace piangere al cinema, mi piace meno quando le luci si accendono e sto ancora piangendo.
:-)

5 commenti:

  1. Effettivamente, tre film belli consecutivi al cinema è quasi un miracolo. Non ne ho visto nessuno di quelli che citi ma ogni volta che vado a vedere un film fantastico/fantascientifico mi aspetto sempre il peggio (e in genere lo trovo).

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  2. pure io, infatti le delusioni sono sempre dietro l'angolo (per esempio "e venne il giorno" nonostante il regista che adoro)
    :-)
    è per questo che sono entusiasta delle creature selvagge... ma forse è perché ci ho visto esattamente quello che avevo voglia di vedere... del resto sono uscita anni fa dalla proiezione di Hell Boy esclamando "un capolavoro!" (oh mamma!)
    il giudizio su un film dipende molto dall'umore, se non sei un recensore/critico di professione, naturalmente...
    ieri sera ho visto "l'uomo che fissava le capre" e non mi è dispiaciuto, nonostante sia un po' fiacco... a volte mi rendo conto di apprezzare anche i difetti di una pellicola, perché mi ostino a considerarli una scelta di stile. A volte invece condanno film più per tigna che per altro.
    Cmq il rammarico cinematografico più grande ce l'ho per Coraline (dovrei dedicare un post a questo argomento) che ho dormito al cinema e, uscendo, tutti ad esclamare "bello, oh che bello, ma che bello!", allora l'ho riguardato in casa con un'amica... dormendolo di nuovo e di nuovo per sentirmi dire: "oh che bello"... sarà meglio che me lo noleggi e provi a guardarlo nel pomeriggio con un termos di caffè per compagno :-)

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  3. non sei matta... anche io ho la lacrima tanto facile... saranno i tempi??? mah...
    leggi il libro di Sendak e soprattutto guardalo: la foresta che cresce insieme alla rabbia è bellissima. è in assoluto il mio albo preferito. a volte una ridda selvaggia ci vuole proprio!
    e a me piace tanto il tuo disegno di max...
    ciao cate

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  4. Mamma mia. Quasi mi turba che siamo qui tutti (beh. alcuni...) a dirci la meraviglia di questo film. L'ho visto il primo giorno di programmazione, timoroso che non avrebbe resistito tanto (come è stato) surclassato dai vari e insipidi film per famiglie (Up, per dirne uno: molto piacevole all'inizio e poi scaduto nella solita gazzarra banalotta dei disney-pixar). Poi per giorno ho avuto il desiderio di rivederlo e quando ho deciso, uan settimana dopo, non c'era già pù. Oggi ho scoperto il sito ufficilae e me lo godo un mondo. Vado avanti e indietro e ritrovo frasi che si incidono nella memoria, gesti, silenzi. Tanti silenzi. Uno dei film meno parlati che ricordi: solo parole essenziali. Del resto già l'albo è maestro nell'uso parco di parole mai banali: "e appena arrivato al paese dove abitano i mostri selvaggi quelli ruggirono terribilmente, drigrignarono terribilmente i denti e rotearono tremendamente gli occhi e mostrarono gli artigli orrendi" forse la frase più sonoramente bella della letteratura per l'infanzia italiana (italiana perché a suonare così è la traduzione di Antonio Porta).
    E poi il senso di quel viaggio dentro di noi: di noi bambini ma anche di noi adulti che di mostri ne portiamo dentro un bel po' e dialoghiamo pochissimo con loro.
    Che i nostri bambini dialoghino coi loro mostri: forse saranno meno mostruosi di noi.
    Sì, bellissimo il tuo Maxdisegno. Magari ce lo presti per FL? :-)

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  5. che bello avervi tutti qui! e che bello che ci sia un film che suscita finalmente (soprattutto per un film anche per ragazzi)tanto entusiasmo e partecipazione!

    per Eros: prendi l'immagine e fanne ciò che vuoi! ma come al solito non l'ho firmata, accidenti...
    ;-P

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g-razie!